La Stagione Agorà compie dieci anni. Un traguardo importante - che testimonia il valore dell’impegno per un teatro diffuso, capace di attraversare luoghi e comunità - raggiunto nel corso di un anno segnato da conflitti che scuotono le coscienze, sui quali nessuno può più permettersi di tacere. Per questo, oggi più che mai, Agorà afferma la necessità di un teatro politico che abbia il coraggio di porre domande scomode, di aprire spiragli di senso tra gli echi dei bombardamenti. Di graffiare la vergogna del mondo, come scrive il poeta palestinese Marwan Makhul nel componimento Versi senza casa, contenuto nella preziosa raccolta Il loro grido è la mia voce – Poesie da Gaza (Fazi Editore). Un teatro come spazio di resistenza, dunque, di ascolto e di ricerca dell’umano.
Con 27 titoli in cartellone, la Stagione diretta da Alessandro Amato si snoda dal 4 ottobre 2025 al 30 maggio 2026 nei teatri, negli spazi culturali, nelle biblioteche degli otto comuni dell’Unione Reno Galliera. Al centro, artisti e compagnie del panorama contemporaneo capaci di interrogare il presente attraverso la potenza della parola e dei corpi in scena tra attualità e memoria, guerra e pace, storie personali e familiari, poesia, letteratura e un tocco di magia per continuare a sognare, come la bambina-coniglio protagonista della nuova immagine di Agorà disegnata da Silvia Percolla.
La potenza della parola
Parole che diventano corpo, poesia che diventa teatro: la parola in scena ha il potere di evocare, raccontare, salvare. Iaia Forte dà voce alla poesia di Patrizia Cavalli in una speciale anteprima della Stagione, sabato 4 ottobre alle ore 21 al Teatro Alice Zeppilli di Pieve di Cento:
Vita meravigliosa
celebra l’amicizia tra le due donne e l’intelligenza, lo spirito anticonvenzionale della poetessa, in un viaggio tra i suoi versi, il suo pensiero e la musica dal vivo di Diana Tejera.
Il linguaggio tagliente di Marcello Marchesi, “re delle battute fulminanti” secondo Umberto Eco, rivive con Il sadico del villaggio : Maurizio Cardillo interpreta un uomo che parla ininterrottamente dal 1963, attraversato da divinità comiche come Tognazzi, Chiari, Ninchi e Panelli (sabato 7 marzo, Teatro Alice Zeppilli).
Claudio Morici, ne
La malattia dell'ostrica
, intreccia letteratura e vita tra incursioni nella vita dei grandi e delle grandi della letteratura, trovando un modo per accompagnare il figlio aspirante scrittore nella tempestosa età adolescenziale. Perché gli scrittori sono tutti matti, ma ci salvano la vita (sabato 21 marzo ore 21, Sala Giulietta Masina, San Giorgio di Piano).
Pensiero condiviso da Claudio Cirri, che nello spettacolo
Di cosa parliamo quando parliamo d'amore
ripercorre il racconto di Raymond Carver, i cui personaggi, come in un quadro di Hopper, esistono giusto il tempo di essere investiti da una luce di taglio, inquadrati da una finestra, sorpresi in una conversazione, per poi scomparire all’interno delle proprie biografie (sabato 11 aprile ore 21, Biblioteca Zangrandi, San Venanzio di Galliera).
La potenza dei corpi
La potenza dei corpi in scena si esprime nei lavori di artiste, artisti e performer che con traiettorie singolari e irripetibili interpretano fisicità, presenza, movimento e ruolo del corpo.
Panzetti Ticconi, duo che dal 2008 approfondisce il legame tra comunicazione, violenza e potere, rievoca echi di guerre e avvertimenti di pericolo attingendo al vocabolario coreografico militare nella performance
All’arme
. Con una domanda implicita: quando la difesa diventa aggressione? (Giovedì 6 novembre ore 21, Teatro Biagi D’Antona, Castel Maggiore).
Rossella Dassu invita il pubblico a entrare nel suo corpo per condividerne una prospettiva da cui nessuno è escluso: quella del tempo che passa.
In carne
riflette sul corpo mutevole, fragile, non sempre in grado di rispondere alle aspettative di una società che fa della bellezza e della giovinezza i principali valori del successo (venerdì 14 novembre ore 21, Teatro Biagi D’Antona, Castel Maggiore).
Trasgredisce tutti i canoni e le aspettative
A corpo libero
di Silvia Gribaudi, un lavoro che ironizza sulla condizione femminile a partire dalla gioiosa fluidità di un corpo in cui l’imperfezione diventa normalità; uno spettacolo dissacrante portato in spazi urbani, grido di rivolta di una donna che cerca la libertà (venerdì 6 marzo ore 18 e ore 19, vie del centro di San Pietro in Casale).
E infine la meraviglia mimica e gestuale con
La lettera
di Paolo Nani, maestro del teatro fisico: uno spettacolo che da oltre trent’anni incanta il pubblico con sorprendenti trasformazioni del protagonista che, solo sul palco con un tavolo e una valigia di oggetti, dà vita a 15 microstorie, tutte contenenti la medesima trama ma interpretate ogni volta da una persona diversa (venerdì 13 marzo ore 21, Teatro Biagi D’Antona, Castel Maggiore).
“Noi” e gli altri
Migrazioni, conflitti, identità: il teatro come sguardo critico sul presente.
Un lavoro potente e urgente, che approderà a ottobre nei comuni dell’Unione Reno Galliera (date e luoghi da definire), è
Phoenix of Gaza XR
: realizzato da un team composto da studiosi, giornalisti, tecnici, studenti e attivisti per la giustizia sociale che hanno scelto le tecnologie immersive come strumento di testimonianza e memoria, è un progetto di realtà virtuale che permette di muoversi per le strade di Gaza, tra case e palazzi che oggi non esistono più: una narrazione visiva che genera una nuova e profonda consapevolezza, un’esperienza che commuove e apre gli occhi.
Lo sguardo si allarga poi ad altri percorsi di ricerca e testimonianza. Nel 2024, la compagnia Fieno Di Chio, il giornalista Christian Elia e la documentarista Cecilia Fasciani hanno intrapreso una ricerca sul campo percorrendo i luoghi simbolo delle rotte migratorie via terra. Dall’osservazione, dalle testimonianze e dalle storie raccolte nasce
Odissea minore. Per un’educazione della frontiera
, drammaturgia visiva, verbale e sonora che intreccia teatro, giornalismo narrativo e cinema documentario (domenica 2 novembre ore 19, Sala Giulietta Masina, San Giorgio di Piano).
Saverio La Ruina, con
Miracolo a Crotone
(titolo provvisorio) scava nelle ferite aperte della storia e in ciò che il Mar Mediterraneo restituisce: corpi uccisi, nomi cancellati, storie non raccontate. A partire dalla recente strage di Cutro, dà voce agli sconfitti del Mediterraneo, senza rinunciare all’ironia e alla levità (sabato 18 aprile ore 21, Teatro Biagi D’Antona, Castel Maggiore).
Ma qual è, in fondo, il significato dell’identità nazionale che sembra essere diventato così importante tutelare? Se lo chiedono Paolo Nori e Nicola Borghesi nello spettacolo
Se mi dicono di vestirmi da italiano non so come vestirmi
, indagando la questione tra la rete, l’ufficio immigrazione della questura e le strade di Bologna per finire a parlare di calcio, di famiglia, di capperi, di moda, di Albert Camus e di Alessandro Manzoni (lunedì 13 aprile ore 21, Teatro Alice Zeppilli, Pieve di Cento).
Anche Fausto Paravidino, con Something stupid, chiama in causa le abitudini e le contraddizioni che ci appartengono interrogando il pubblico in quello che definisce “un tentativo (non ancora disperato) di acchiappare la vita e di ficcarla nel teatro” (sabato 10 gennaio ore 21, Teatro Comunale, Argelato).
Filippo Carrozzo, nel monologo Siamo qui riuniti o della democrazia imperfetta, parla di cosa significhi diventare cittadini autentici, superando la dimensione individualistica e affrontando il rapporto con l’altro, anche quando l’altro viene da lontano (sabato 9 maggio ore 21, Teatro Biagi D’Antona, Castel Maggiore).
Infine, I sacchi di sabbia, con
Troilo e Cressida
ci portano indietro fino ai tempi della guerra di Troia con una “tragicomica parodia della pace” declinata, nello stile dissacrante della compagnia toscana, in chiave sportiva (sabato 6 dicembre ore 21, Teatro Alice Zeppilli, Pieve di Cento).
Memoria in scena
Intrinsecamente connessa al presente, la memoria del Novecento si fa ancora oggi parola viva.
Accade nel lavoro di Filippo Michelangelo Ceredi,
esterno, dio / draussen, gott
, nato dall’ascolto delle testimonianze di donne e uomini italiani sopravvissuti alla deportazione degli oppositori politici al regime fascista fra il 1943 e il 1945, realizzato nell’ambito del progetto di Associazione Liberty Voci dalla Storia – Terzo movimento (sabato 22 novembre ore 21, Teatro Alice Zeppilli, Pieve di Cento).
Cinzia Spanò racconta una vicenda poco nota risalente a quegli anni nel monologo
Palma Bucarelli e l’altra Resistenza
: la storia del salvataggio delle opere d’arte durante la Seconda guerra mondiale portata avanti da soprintendenti, direttrici e direttori di musei, storiche e storici dell’arte, e in particolare la storia della direttrice della Galleria d’Arte Moderna di Roma, che le nascose nei sotterranei di Palazzo Farnese a Caprarola (sabato 29 novembre ore 21, Teatro La Casa del Popolo, Castello d’Argile).
Andrea Satta, in occasione del Giorno della Memoria, ne
La fisarmonica verde
ripercorre invece il “viaggio” di un figlio verso il padre che partì per la guerra e fu internato in un campo di concentramento in Germania (venerdì 30 gennaio ore 21, Teatro Biagi D’Antona, Castel Maggiore).
Le celebrazioni della Festa della Liberazione iniziano venerdì 24 aprile alle ore 21 al Teatro Biagi D’Antona di Castel Maggiore con uno spettacolo realizzato in collaborazione con ANPI Castel Maggiore (
Memoriae
, territori nazifascisti 1943/45, dall’omonimo libro di Antonella Restelli) e proseguono domenica 26 aprile alle ore 18 al Teatro La Casa del Popolo di Castello d’Argile con il reading teatrale
Monte Sole, la memoria pubblica di una strage nazista
, con Eloisa Betti e Donatella Allegro.
Chiude questo capitolo sul Novecento la storia di un ragazzo ricco che sotto le bombe dell’estate del ‘43 lascia la sua comoda vita per farsi prete, senza immaginare che quasi quindici anni dopo verrà esiliato in mezzo ai boschi dell’Appenino toscano dalla sua stessa Chiesa.
Cammelli a Barbiana,
di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia racconta la storia del maestro più rivoluzionario del dopoguerra italiano: don Lorenzo Milani (sabato 25 maggio ore 21, Teatro Comunale, Argelato).
Vite allo specchio
Il teatro è anche il racconto di storie personali e dell’intimità umana, specchi in cui rivedere sé stessi e le proprie relazioni, nell’individualità, nella famiglia, nella vita condivisa.
E proprio nello sfaccettato microcosmo familiare navigano Gli Omini che tornano in scena con
La famiglia Campione
: tre generazioni a confronto per un ritratto dell’oggi che racchiude le storie di centinaia di persone conosciute per strada (sabato 13 dicembre ore 21, Teatro Comunale, Argelato).
Offre uno sguardo sul proprio personalissimo e attuale vissuto
Dedicato (Appunti di questi giorni / Seconda tappa di lavoro)
, lavoro in cui Ermelinda Nasuto condivide la recente diagnosi di una malattia, quel momento in cui il quotidiano cambia e sembra essere occupato dal solo pensiero della malattia e della sua cura (sabato 20 dicembre ore 21, Centro TE:ZE, Bentivoglio).
Per raccontare alcuni eventi della vita ricorre alla magia
Abracadabra
di Babilonia Teatri, uno spettacolo dove una formula magica crea una connessione con l’aldilà permettendo di nominare l’indicibile e di toccare l’impossibile: Francesco Scimemi, prestigiatore di professione, evoca la moglie scomparsa con tutti i colori del tragico, del grottesco e del poetico (domenica 25 gennaio ore 19, Teatro La Casa del Popolo, Castello d’Argile).
Risonanze
Le voci del presente incontrano quelle del passato: omaggi, reinvenzioni, dialoghi a distanza. In scena si intrecciano poetiche lontane nel tempo, che tornano vive attraverso lo sguardo degli artisti contemporanei.
Quaderno / Greta Garbo
si concentra su un “fantasma” apparso a Daria Deflorian durante alcune improvvisazioni, una figura che apparentemente non c’entrava con l’oggetto di studio dello spettacolo: proprio lei, la Divina. Le figure si sovrappongono, la vita artistica e quella personale si confondono e trovano sulla scena nuove parole per attraversare il confine fra realtà e finzione (sabato 17 gennaio ore 21, Sala dello Zodiaco, Bentivoglio).
The Doozies
è un’opera intorno alla meraviglia della stranezza ispirata alla rivoluzione artistica e umana di due eroine che hanno vissuto per e nella danza, per e nel teatro: Isadora Duncan ed Eleonora Duse. Essere doozy significa essere stupefacenti, fuori dall’ordinario, così particolari da lasciare a bocca aperta, come lo sono senza timore di smentita le interpreti di questo spettacolo: Silvia Gribaudi e Marta Dalla Via (sabato 21 febbraio ore 21, Teatro La Casa del Popolo, Castello d’Argile).
La risonanza si fa musica con il tradizionale appuntamento del Premio Alberghini: i giovani talenti vincitori del concorso reinterpretano e danno nuova voce alla grande musica classica, al jazz e al folk con il
Gala di Santo Stefano
(26 dicembre ore 18, Teatro Biagi D’Antona, Castel Maggiore).
La stagione si chiude con un tributo al genio creativo di Franco Battiato:
Il mare nel cassetto
. In un viaggio ideale, la violinista Anaïs Drago e la cantautrice Giua rileggono attraverso arrangiamenti avventurosi e creativi una summa di canzoni tra le più celebri del maestro, guidate dalla narrazione di Silvia Boschero (sabato 30 maggio ore 21, Music Station, Trebbo di Reno).
Agorà Formazione
Oscar De Summa condurrà un laboratorio per attori, uno spazio di ricerca e studio pensato per chi ha già una formazione di base. Si svolgerà nell’arco di due fine settimana intensivi - 7/8 febbraio e 21/22 febbraio - a Castel Maggiore. Il laboratorio è incentrato sul concetto di presenza/assenza. Partendo dall’assunto che il palcoscenico è uno dei luoghi dove può manifestarsi l’invisibile, il sacro, si lavorerà sulle condizioni minime necessarie perché tale manifestazione possa avvenire.
Il Sofà di Agorà / Altre Velocità
Tornano anche quest’anno gli appuntamenti in centro a Bologna attorno al divano rosso di Altre Velocità. In occasione di alcuni spettacoli della Stagione, le compagnie e gli artisti in cartellone si raccontano alla città. In un’atmosfera soffusa e informale, ascolteremo aneddoti e confessioni per conoscere da molto vicino le avventure e le vite di chi oggi ogni giorno sceglie di fare teatro. In via Polese 40 a Bologna, citofonare “Altre Velocità”.
Raccontare Agorà – Un laboratorio di giornalismo
Altre Velocità invita i giovani della Città Metropolitana a fare parte di una redazione laboratoriale che curerà interviste, approfondimenti, recensioni, fotografie, materiali audio e video che entreranno a fare parte di un racconto in tempo reale della Stagione Agorà. Durante gli incontri verranno forniti gli strumenti del giornalismo cartaceo e online, con l’obiettivo di rivolgersi a nuovi lettori e utenti.
Programma, informazioni e biglietti sul sito di Agorà