L'ocarina di Budrio ottiene il marchio di Denominazione Comunale d'Origine

Il riconoscimento è andato a: Gruppo Ocarinistico Budriese APS, Il Temporale APS, Società Cooperativa Sociale Arcobaleno, Fondazione Entroterre e Associazione Diapason Progetti Musicali APS


Il riconoscimento della De.Co. a un’eccellenza artistica metropolitana come l’ocarina di Budrio è stato fortemente voluto dalla Delegata alla Cultura per Comune e Città metropolitana di Bologna.

Alla base dell’iniziativa vi è il desiderio di promuovere, valorizzare e tutelare questo strumento storico di così grande importanza e preziosità capace di unire, attraverso il linguaggio universale della musica, il mondo. Infatti, veder l’ocarina così amata oltre i confini metropolitani, soprattutto in Asia, è motivo di grande soddisfazione poiché dimostra quanto un sapere culturale possa accendere nei cuori delle persone di qualsiasi nazionalità una passione, una sensibilità che se coltivata e affinata è portatrice di infinita bellezza per chi la esercita e chi può fruirne. Nasce da queste considerazioni l’intento di continuare a portare avanti il percorso sulle De.Co. metropolitane dedicate ai saperi tradizionali, per far emergere e mettere sempre più in luce tutte quelle straordinarie bellezze artistiche presenti nei Distretti culturali metropolitani.

Il marchio De.Co., per la tutela e la valorizzazione dei saperi, delle attività e delle produzioni agro-alimentari tipiche locali e tradizionali, è stato riconosciuto a: Gruppo Ocarinistico Budriese APS, Il Temporale APS, Società Cooperativa Sociale Arcobaleno, Fondazione Entroterre e Associazione Diapason Progetti Musicali APS.

Un po’ di storia
L’ideazione dello strumento musicale noto come “ocarina di Budrio”, risalente al 1853, è dovuta all’allora diciassettenne Giuseppe Donati (Budrio, 1836-Milano, 1925). Lo strumento costituisce un’elaborazione, dotata di ben più ampie possibilità musicali, di flauti globulari di terracotta in forma di ochetta o di altro uccello, talvolta dotati di un paio di fori di diteggiatura. Il loro uso era infantile e/o di richiamo da caccia.
Considerato patrimonio culturale della regione Emilia-Romagna, l’ocarina è un flauto globulare in terracotta a forma ovoidale allungata (che richiama alla memoria una piccola oca), dotato di un’imboccatura laterale e con vari fori praticati nel corpo dello strumento.
Giuseppe Donati fu attivo anche come costruttore e venditore di ocarine a Budrio e, in tempi successivi, a Bologna e a Milano.
Verso il 1878, l’attività costruttiva fu proseguita, a Parigi, dai fratelli Ercole (1841-1918) e Alberto Napoleone Mezzetti (1843-1906), già componenti del locale complesso ocarinistico. Il successo che conseguirono contribuì notevolmente alla diffusione dell’ocarina in ambiti europei e li indusse all’apertura di una filiale londinese, affidata ad Alberto Napoleone.

Nel 1878 iniziò a fabbricare ocarine Cesare Vicinelli (1841-1920), che fu pure strumentista e direttore delle formazioni concertistiche che si esibirono con successo in tutta Europa. Le sue ocarine incontrarono grandi apprezzamenti per qualità sonore, intonazione ed estetica. Grazie all’ideazione di appositi stampi, riuscì a produrre strumenti musicali in numero decisamente superiore rispetto alle realizzazioni di Giuseppe Donati. Le ocarine di Cesare Vicinelli sono apprezzate anche dagli odierni artisti dello strumento.
L’attuale erede della prestigiosa tradizione budriese è Fabio Menaglio, appassionato e valente costruttore. Significativi esempi della prestigiosa produzione budriese dalle origini ai nostri giorni sono esposti al Museo Civico dell’Ocarina “Franco Ferri” di Budrio.
Giuseppe Donati diede vita, nel 1863, a un concerto di ocarine di cinque elementi, che poi trasformò in sestetto nel 1865. In quegli anni gli ocarinisti si esibirono in teatri, circhi equestri stabili, intervalli di rappresentazioni di commedie teatrali e di opere liriche, esposizioni e fiere. Nel 1873, sotto la guida di Cesare Vicinelli, venne istituito un concerto formato da sette strumentisti, il “settimino”, che tuttora predomina nella tradizione musicale budriese. Per incrementare l’interesse e la curiosità del pubblico, in quegli anni gli ocarinisti adottarono un particolare costume e si autodefinirono Les célèbres Montagnards des Apennins (I celebri Montanari degli Appennini).
Tra il 1870 e il 1880 Il settimino mieté svariati successi esibendosi, tra l’altro, a Parigi, Berlino, Vienna, Londra, Lisbona, Mosca e Pietroburgo.

Il Museo dell’Ocarina conserva una raccolta di articoli di giornali europei effettuata da Ercole e Alberto Napoleone Mezzetti nel periodo dal 1869 al 1876, che documenta l’attività musicale del primo concerto ocarinistico budriese.

Sull'onda del successo del melodramma italiano, il repertorio dei gruppi ocarinistici si caratterizzò, oltre che per i ballabili, anche per gli arrangiamenti da opere liriche quali, tra le altre, Il Barbiere di Siviglia, Guglielmo Tell di Gioachino Rossini, Rigoletto, La Traviata, Il Trovatore di Giuseppe Verdi, L’Elisir d'amore di Gaetano Donizetti. In questo ambito, si distinsero per le loro qualità i direttori Giuseppe Grossi e Cesare Testi, abili anche nella realizzazione di composizioni originali.

 
 
Data di pubblicazione: 24-04-2024
Data ultimo aggiornamento: 29-04-2024
 
 
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