La popolazione metropolitana è sempre più anziana e aumentano i nuclei monocomponente. Cresce anche il carico di cura sulle famiglie e si moltiplicano gli adolescenti in carico ai servizi di Neuropsichiatria delle Ausl. Questi sono alcuni dei dati raccolti nel Profilo di Comunità della Città metropolitana, lo strumento strategico utile alla programmazione sociale, sociosanitaria e sanitaria metropolitana, presentato lunedì 26 maggio a palazzo Malvezzi ai Sindaci dell’area metropolitana e a vari stakeholder del Settore, alla presenza di Isabella Conti, assessora regionale a Welfare, Terzo settore, Politiche per l'infanzia e Scuola. Il documento è stato realizzato nell’ambito delle funzioni della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria Metropolitana (CTSSM) previste dal Piano Sociale e Sanitario della Regione Emilia-Romagna e dalla normativa regionale che istituisce e disciplina la CTSSM.
Il Profilo di Comunità costituisce uno strumento importante per la programmazione territoriale poiché offre una lettura integrata e analitica dei bisogni, delle risorse, e delle fragilità e vulnerabilità presenti nel territorio metropolitano bolognese. L’analisi dei dati raccolti fornisce indicazioni utili per orientare le politiche pubbliche in ambito sociale, sociosanitario e sanitario.
Il lavoro evidenzia numerosi spunti di riflessione relativi ai cambiamenti intervenuti in ambito metropolitano. In particolare l’invecchiamento della popolazione è il fenomeno più importante e di lungo periodo che le politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie si trovano oggi ad affrontare. Basti pensare che, a livello metropolitano, la popolazione over 75 dal 2014 al 2024 è aumentata di oltre 10.000 unità, passando da 128.208 a 138.845 persone. Tale andamento determina una crescente pressione sui servizi, per l’aumento delle richieste di servizi sociali, sociosanitari e sanitari, e sulle famiglie, costrette a svolgere un sempre maggiore lavoro di cura che si affianca al lavoro pagato.
Crescente è inoltre la frammentazione dei nuclei familiari: le famiglie monocomponente nel 2024 rappresentano il 44,5% del totale dei nuclei familiari a livello metropolitano, e hanno registrato un aumento significativo, pari all’8,7%, nel periodo compreso tra il 2018 e il 2024. L’ampia diffusione di famiglie monocomponente accentua la difficoltà di conciliare lavoro pagato e lavoro non pagato, sia per l’elevato numero di persone sole chiamate a prestare assistenza, sia per la presenza altrettanto rilevante di persone anziane sole che necessitano di assistenza. In particolare, sul totale delle famiglie unipersonali, il 23,1% (51.479 nuclei) è costituito da persone sole con più di 75 anni. La solitudine degli anziani si configura come una delle principali sfide su cui dovranno concentrarsi le future politiche del welfare locale.
Altro elemento di attenzione è la diminuzione della popolazione nella fascia di età fino a 18 anni, che impatterà in prospettiva anche sul fronte occupazionale, attraverso una riduzione della popolazione attiva. Nell’area metropolitana bolognese, negli ultimi 10 anni la popolazione tra 0 e 5 anni è calata di oltre il 20%, a fronte di un aumento del 15% della popolazione con più di 85 anni.
Per quanto riguarda i e le caregiver familiari, nel solo anno 2024, nel territorio della Città metropolitana di Bologna, sono stati 400 quelli che hanno beneficiato di interventi di supporto. Tuttavia, è ampiamente riconosciuto che il numero di coloro che necessiterebbero di sostegno sia ben più ampio e il loro numero è in crescita, anche tra i giovani. Un dato a supporto di questa tendenza arriva dai risultati di 5.163 questionari che hanno compilato ragazzi e ragazze in età scolare in cui il 13,3% di loro ha dichiarato un elevato carico di cura in famiglia, dato che evidenzia l'importanza di politiche anche a sostegno dei giovani caregiver.
Risulta urgente inoltre porre una attenzione particolare al tema della pre-adolescenza, dell’adolescenza e dei giovani, sia ai fini della prevenzione, della promozione del benessere ma anche della cura e dell'inclusione. A livello metropolitano sono oltre 10.800 bambini/e e ragazzi/e in carico alla Neuropsichiatria dell'Infanzia e Adolescenza dell’Ausl di Bologna e più di 3.000 nella Ausl di Imola, di cui la prevalenza con disturbi spettro autistico, con disabilità intellettiva, con disturbi del linguaggio, con ritardo dello sviluppo. E ancora, con disturbo oppositivo-provocatorio, disturbo della sfera emozionale e sociale e con problematiche legate all’ansia. A livello metropolitano, inoltre, negli ultimi cinque anni è cresciuta del 28% la spesa degli Enti locali per il sostegno socioeducativo scolastico.
In questo scenario, la Città metropolitana di Bologna svolge un ruolo importante come ente di programmazione intermedio, favorendo il raccordo tra le politiche regionali e quelle locali e promuovendo, attraverso la CTSSM, una governance multilivello che valorizza la collaborazione tra le diverse istituzioni e i territori.
Per questo motivo già nelle prossime settimane la CTSSM e la Città metropolitana avvieranno percorsi laboratoriali sui temi della non autosufficienza, della povertà e dell’abitare, del welfare culturale e altri che potrebbero seguire, come ad esempio la centralità della riforma della sanità territoriale quale luogo della prossimità e della cura. Sono già stati fatti i primi passi anche del Piano Adolescenza Metropolitano che prevede come primo step un processo di confronto ed ascolto articolato che includerà in primis i ragazzi e le ragazze del territorio metropolitano. Il Piano si pone l'obiettivo di mettere a punto azioni specifiche dirette a preadolescenti e adolescenti finalizzate a promuovere il benessere, contribuire alla piena espressione di sé, contrastare la povertà educativa, la dispersione e l’abbandono scolastico, anche attraverso il progetto Scuole Aperte Metropolitane in via di elaborazione.
Tra gli ambiti di sviluppo delle politiche metropolitane rientra anche il tema dell’abitare: Città metropolitana ha costituito, unitamente al Comune di Bologna e ASP Città di Bologna, in qualità di Soci Fondatori, la “Fondazione Abitare Bologna”, con funzioni di agenzia per l’affitto, quale strumento di intervento a livello metropolitano per realizzare azioni diversificate, finalizzate in primo luogo a favorire l’incontro tra domanda e offerta di alloggi privati in locazione a canone concordato, con l’obiettivo di locarli a soggetti e famiglie con specifiche fragilità economiche e sociali a fronte di incentivi pubblici diretti ai locatori privati (contributi, garanzie, ecc..) e di vantaggi gestionali.
“La presentazione ha permesso di evidenziare, nella grande ricchezza dei contributi presentati, una serie di tendenze di prospettiva che richiederanno un forte impegno da parte di tutti gli attori che contribuiscono alla realizzazione del welfare locale. – ha commentato Marilena Pillati, Sindaca di San Lazzaro di Savena e Vicepresidente della CTSSM - Con la presentazione del Profilo di comunità abbiamo voluto iniziare le riflessioni per la programmazione metropolitana che ci permetterà di raccogliere utili spunti in previsione dell’Atto di Indirizzo e Coordinamento Triennale della CTSSM, che individua le priorità strategiche e gli indirizzi in area sociale, sociosanitaria e sanitaria”. Naturalmente risulta essenziale “il riferimento alla programmazione del livello regionale – continua Pillati - attraverso il prossimo Piano sociale e sanitario regionale che confidiamo possa arrivare ad approvazione in tempi brevi, al fine di fornire ai territori indirizzi in modo ampio e intersettoriale, in vista dei prossimi Piani di zona territoriali che i territori saranno chiamati a realizzare”.