Presentata la Carta metropolitana per la logistica etica

Intesa tra 30 soggetti pubblici e privati per promuovere il miglioramento delle condizioni di lavoro del personale di settore

Il Sindaco Matteo Lepore presenta la carta della logistica etica
 

Promuovere un miglioramento complessivo delle condizioni di lavoro per il personale impiegato nelle imprese della logistica, un settore particolarmente esposto e fortemente in espansione sul territorio bolognese. Con questo obiettivo è stata presentata oggi a Palazzo Malvezzi la Carta metropolitana per la logistica etica, lanciata lo scorso 9 novembre dal sindaco metropolitano Matteo Lepore.

La carta è stata promossa da 30 soggetti tra enti pubblici, organizzazioni sindacali e associazioni di categoria: Città metropolitana di Bologna, Comune di Bologna, Unioni dei Comuni della Città metropolitana di Bologna, Prefettura di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio di Bologna, INAIL – Dipartimento Territoriale Bologna, Ispettorato territoriale del lavoro di Bologna, Unità Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro delle AUSL di Bologna e di Imola, Aeroporto G. Marconi di Bologna, Interporto Spa, CGIL di Bologna e Imola, CISL Area metropolitana bolognese, UIL Emilia Romagna e Bologna, Alleanza delle cooperative di Bologna e di Imola, CNA Bologna e Imola, Confartigianato imprese Bologna metropolitana, Confindustria Emilia Area Centro, Libera Bologna.


“La logistica è un settore strategico per Bologna, ci sono più di 20 mila persone che lavorano in questo settore, che conta 4,3 miliardi di fatturato, e questa Carta non è un mero protocollo di sito, ma un impegno politico per i prossimi 5 anni. Impegno per mettere in campo azioni concrete sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, sulla formazione dei lavoratori e delle lavoratrici, sulle pari opportunità, sull’uso di tutti gli strumenti che abbiamo per salvare vite – ha commentato il sindaco metropolitano Matteo Lepore - Noi vogliamo investire sul trasporto su ferro e su una logistica che sia dedicata all’industria, alla produzione e ai diritti delle persone che ci lavorano. Questo è l’impegno che come territorio vogliamo portare avanti, una sfida anche per ridurre le emissioni inquinanti. Significa che gli investimenti che nei prossimi anni noi cercheremo per Bologna dovranno puntare alla produzione e non alla speculazione.
Con la Carta vogliamo andare oltre le previsioni di legge per tutelare sempre più la salute dei lavoratori. La Carta per la logistica etica è il punto di partenza per il lavoro che faremo con il ministro Orlando, su quello che abbiamo chiamato il modello Bologna per il lavoro buono”.

A partire dal 9 novembre scorso, il gruppo di lavoro “Logistica” in seno al Tavolo ripresa economica della Città metropolitana ha effettuato 12 incontri, a cui hanno partecipato 45 stakeholder. Da quel lavoro è nata dunque la Carta, che è strutturata in una premessa e in sei capitoli tematici: Sicurezza sul lavoro, Qualità del lavoro e catena degli appalti, Formazione preventiva e continua, Coesione sociale e integrazione territoriale, Innovazione, digitalizzazione e sostenibilità ambientale, Nuovi investimenti in logistica. La Carta si chiude con un ulteriore capitolo che riguarda l’Attuazione e il monitoraggio.

Il documento illustrato oggi ha una validità di 5 anni, e potrà essere integrato in base all’evoluzione legislativa o a significativi mutamenti del contesto.

La Carta stabilisce un principio trasversale sui temi della diversity and inclusion prevedendo che i soggetti interessati collaborino “per la costruzione di una cultura aziendale e del lavoro inclusiva basata sulla valorizzazione delle differenze individuali quali fattori di innovazione e di miglioramento delle performance personali e organizzative”.

  • In particolare si interviene sul tema della sicurezza del lavoro stabilendo, tra l’altro, un maggior coordinamento tra INAIL, Ispettorato per il lavoro e AUSL, il rispetto dei minimi tabellari previsti dai CCNL, in modo da disincentivare ed evitare fenomeni di mancato rispetto degli oneri normativi anche collegati alla sicurezza. E ancora, la corretta applicazione della normativa in merito alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, il massimo coordinamento tra le imprese e i loro RSPP, il ruolo e le funzioni dei Preposti alla Sicurezza e il loro coinvolgimento in considerazione dei rischi di incidenti e di infortuni a cui il settore è esposto, in particolare nelle situazioni di compresenza e interferenza di più appaltatori.
  • Sulla qualità del lavoro le parti concordano, tra l’altro, per l’applicazione e il rispetto dei CCNL di settore e del contratto a tempo indeterminato come forma comune di rapporto di lavoro nell’ottica del lavoro stabile e della continuità occupazionale, contrastando l’abuso degli istituti del distacco e della somministrazione di lavoro a termine. E ancora, filiera corta negli appalti e nei subappalti, sostenere le pari opportunità rivolgendo particolare attenzione all'età e al genere all’interno delle imprese, nonché alla parità salariale e alla conciliazione fra tempi di vita e lavoro. Infine, promuovere nei casi di appalto le clausole sociali di salvaguardia, per favorire la continuità occupazionale, economica e normativa del personale impiegato, e le clausole sociali di protezione, per favorire l’inserimento di persone fragili anche servendosi del servizio di placement di Insieme per il lavoro.
  • Sulla formazione dei lavoratori si sancisce l’importanza di un’attività preventiva al momento dell’inizio del lavoro, in modo da avere personale qualificato. E quindi, incrementare e implementare la formazione professionale continua di tutti gli attori della filiera, in particolare promuovendo l’adozione di Piani concordati di formazione preventiva dei lavoratori attraverso l’utilizzo dei fondi interprofessionali; valorizzare il processo di apprendimento tramite affiancamento delle figure in ingresso, quale strumento per acquisire piena consapevolezza degli ambienti e degli strumenti di lavoro e favorire il processo per rendersi autonomi. Infine si ribadisce la rilevanza della relazione di scambio con la Rete metropolitana per l’apprendimento permanente (ReMAP).
  • Per quel che riguarda coesione sociale e integrazione con il territorio si definiscono gli strumenti per sostenere lavoratori e amministrazioni locali toccate dagli investimenti in logistica. In particolare promuovendo lo sviluppo di servizi e strumenti innovativi di lavoro e di welfare nei siti logistici metropolitani, potenziando l’integrazione dei lavoratori del settore, promuovendo corsi di lingua italiana che consentano l’effettiva esigibilità dei diritti e dei doveri per i lavoratori di origine straniera e sviluppando la relazione con servizi sociali territoriali e sanitari presenti sul territorio, coinvolgendo anche gli enti di formazione e le associazioni del terzo settore. E ancora, intervenire sulla domanda abitativa legata ai lavoratori e promuovere tavoli specifici sulla mobilità sostenibile per i lavoratori.
  • Rilevante è anche il tema dell’innovazione con l’impegno a promuovere la transizione digitale e ambientale. Esempi pratici sono la digitalizzazione dei servizi e dei processi, come quelli di gestione dei magazzini, l’ammodernamento della strumentazione in chiave Industria 4.0 e la produzione elettrica da fonti rinnovabili. E ancora, attraverso investimenti pubblici e privati garantire il potenziamento del trasporto ferroviario in ottica di complementarietà con quello stradale, in stretta integrazione con Interporto; promuovere il rinnovo del parco veicolare con veicoli a basso impatto ambientale, anche attraverso il ricorso a incentivi nazionali e regionali e promuovendo progetti sperimentali per l’utilizzo di nuove fonti.
  • Sui nuovi investimenti, assodati gli impegni previsti nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) e Piano Urbano della Logistica Sostenibile (PULS) e del Piano Territoriale metropolitano (PTM), la Carta ribadisce la rilevanza della strategia effettuata dal Comune di Bologna di confermare la sua presenza in Interporto, per garantire, a partire dalla propria società partecipata, la qualità del lavoro. La Carta sancisce inoltre la nascita presso la Città metropolitana di un gruppo tecnico per l’attività di analisi a supporto del processo di individuazione di nuovi progetti di investimento.


L’attuazione e il monitoraggio dei principi sanciti nel documento saranno effettuati da un nuovo Comitato metropolitano per la Logistica Etica a cui parteciperà un rappresentante per ciascun partner, e un rappresentante dei Comuni interessati da insediamenti rilevanti. Il coordinamento del Comitato è in capo alla Città metropolitana, in collaborazione con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, l’Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna e il Comune di Bologna.

 
 
Data di pubblicazione: 27-01-2022
Data ultimo aggiornamento: 28-01-2022
 
 
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