Una nuova alleanza con il mondo delle professioni per costruire azioni a favore dell’uguaglianza nell'ambito del lavoro retribuito. Con questo intento mercoledì 10 luglio è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa tra Città metropolitana e Comune di Bologna, Ordini professionali e Comitato Unitario dei Professionisti e delle Professioniste dell’Emilia-Romagna (CUP-ER). La sottoscrizione è una delle azioni previste dal Piano per l'Uguaglianza della Città metropolitana e parte delle iniziative de "La Grande Disuguaglianza 2024, il Piano per l'Uguaglianza racconta il secondo anno di lavoro".
Tre gli ambiti principali di azione previsti nel Protocollo:
Gli Ordini sottoscrittori del Protocollo sono: Avvocati di Bologna, Ingegneri di Bologna, Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Bologna, Assistenti Sociali dell’Emilia-Romagna, Biologi dell’Emilia-Romagna e delle Marche, Chimici e Fisici dell’Emilia-Romagna, Farmacisti di Bologna, Professioni Infermieristiche di Bologna, Psicologi dell’Emilia-Romagna, Tecnici Sanitari di Radiologia Medica (TSRM) e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (PSTRP) di Bologna, Veterinari di Bologna, Commercialisti ed Esperti Contabili di Bologna, Consiglio Notarile di Bologna, Periti Agrari e Periti Agrari Laureati di Bologna, Periti Industriali delle province di Bologna e Ferrara, Consulenti del Lavoro di Bologna, Agronomi e Agronomi Forestali di Bologna, Geologi dell’Emilia-Romagna, Geometri e Geometri Laureati di Bologna, Agrotecnici e Agrotecnici Laureati di Bologna, Fisioterapisti di Bologna e Ferrara.
Ciascun ordine aderente nominerà un/a referente per l’attuazione e per il monitoraggio del miglior svolgimento del Protocollo. Potranno essere svolti incontri di aggiornamento e verifica dell'andamento delle attività previste. Il Protocollo si concretizza attraverso la definizione e condivisione di un Piano operativo definito annualmente che sarà attuato di concerto tra Città metropolitana, Comune di Bologna e CUP- ER. Il Piano operativo è volto anche a promuovere il Piano per l’Uguaglianza in ambito professionale con azioni pratiche, concrete e nuovi progetti nelle 5 aree di intervento (1. Lavoro Pagato 2. Lavoro non Pagato 3. Contrasto alla Violenza di Genere 4. Cultura dell’Uguaglianza 5. Contrasto alle Discriminazioni multiple, additive e intersezionali).
In particolare, per quanto riguarda la diffusione di buone pratiche di parità di genere per favorire il Principio di uguaglianza all’interno degli Ordini, il Protocollo impegna le parti a mappare annualmente le policy e le azioni di uguaglianza promosse e sviluppate, condividere informazioni relative allo stato di diffusione dei dati e delle azioni di uguaglianza, implementare la pratica del bilancio di genere, definendone, anche con Città metropolitana, Comune di Bologna, Università ed Enti di ricerca, linee guida e indicatori standard. E ancora, all’interno degli Ordini si realizzeranno dei monitoraggi periodici dei dati retributivi e del conseguente potere di acquisto per genere, relativi ai diversi profili professionali/ambiti di attività e si promuoverà l’utilizzo di strumenti di monitoraggio dell'impatto delle diverse forme di flessibilità lavorativa utilizzate, quali ad esempio il lavoro agile.
Per favorire il confronto e la collaborazione per quelle azioni particolarmente in linea con le diverse aree del Piano per l’Uguaglianza, il Protocollo promuove, tra le altre, azioni per la piena partecipazione di professionisti/e in ambiti di lavoro storicamente a prevalenza lavorativa di un solo genere. Impegno dei sottoscrittori anche a svolgere azioni di formazione permanente in tema di pari opportunità e non discriminazione e di sensibilizzazione per incrementare la consapevolezza del carico del lavoro di cura, per genere e dell’impatto che tale carico ha a livello contrattuale e pensionistico, anche coinvolgendo gli Organismi e/o Enti competenti.
Il Protocollo propone inoltre possibili sperimentazioni legate alla flessibilità dei tempi di apertura e negli orari degli uffici all’interno degli Ordini, nonché di elaborare e proporre misure per agevolare la conciliazione vita-lavoro, la condivisione dei carichi di cura e il supporto ai/alle caregiver. E ancora, favorire azioni per una paritaria condivisione dei tempi e degli impegni della cura con particolare attenzione all’essenziale funzione famigliare dei professionisti.
Si promuoveranno anche azioni di sensibilizzazione negli Ordini Professionali di contrasto alla violenza di genere e al mobbing e per condividere/prevedere i principi di un possibile Protocollo di Rete per il contrasto alle molestie e alla violenza di genere nei luoghi di lavoro.
Impegno anche a organizzare iniziative culturali rivolte al contrasto alla violenza di genere, alle discriminazioni, al bullismo e al cyberbullismo anche attraverso eventi aperti alla cittadinanza e/o nelle scuole, Università, in raccordo con la Strategia ECCO! (Educazione Comunicazione e Cultura per le Pari Opportunità), e nei contesti lavorativi.
Non mancheranno azioni per promuovere la cultura dell’uguaglianza, come l’adozione di un linguaggio inclusivo scritto e parlato, nei testi amministrativi e nei regolamenti interni agli Ordini, al fine di diffondere una cultura contraria alle discriminazioni, che promuova la parità di genere, valorizzando le differenze. E ancora, promuovere la diffusione di vademecum e linee guida sul fair work, per favorire l’inclusione e garantire l’accesso al mondo del lavoro alle giuste condizioni di accesso alla professione al fine di non creare discriminazioni tra gli esercenti la professione, soprattutto con riguardo ai/alle giovani, e stimolare la correttezza dei rapporti tra titolari e collaboratori, anche e soprattutto quando iscritti agli Ordini, come fondamento di una professione sana, capace di crescere e di consolidarsi nel tempo, marginalizzando i comportamenti scorretti.
Infine, azioni di sensibilizzazione per diffondere, negli Ordini Professionali, la Rete territoriale Antiviolenza e dei servizi già esistenti previsti nell’Accordo di ambito metropolitano per la realizzazione di attività e interventi di accoglienza, ascolto e ospitalità per donne che hanno subito violenza e nei Protocolli per l'Autonomia Abitativa e Lavorativa delle donne vittime di violenza e nel Protocollo di intesa per il miglioramento della protezione delle donne che hanno subito violenza.