Il progetto “Ogni lingua vale”, promosso dall’Area Sviluppo Sociale della Città metropolitana di Bologna e Istituzione Gian Franco Minguzzi, in collaborazione con il Centro Documentazione Interculturale RiESco del Comune di Bologna, prende avvio nel 2018 per valorizzare la ricchezza del plurilinguismo e delle diverse appartenenze culturali e linguistiche nate in seguito al contesto migratorio e oggi si presenta al pubblico con una mostra e tre appuntamenti che rientrano nel Festival della Cultura Tecnica e nel cartellone delle Settimane pedagogiche.
Il percorso intende contribuire alla costruzione di contesti scolastici capaci di cogliere il valore delle diverse appartenenze, stimolare a superare la diffidenza di chi si avvicina a lingue sconosciute, nella consapevolezza che non esistano più persone con un unico codice monolingua.
Elisa, scuola secondaria di primo grado, nel suo autoritratto linguistico ha scelto di posizionare la lingua italiana nelle gambe “perché è l’unica lingua che mi tiene in piedi fin da piccola”, mentre il dialetto bolognese “lo metto nella testa perché da piccola lo usavo spessa con mia nonna e ora sto cercando di imparare sempre di più con lei, e quindi devo usare i ricordi per parlarle”.
Angelica, scuola secondaria di primo grado, invece mette nel cuore e nelle vene il russo “perché mi scorre attraverso”.
Stefano, scuole secondaria di primo grado, madrelingua cinese, ha messo l’italiano nei capelli perché “il mio italiano è come i miei capelli, continua a crescere”, il cinese nelle gambe “perché l’ho imparato con molti lunghi anni e infatti ho le gambe lunghe”, il dialetto cinese invece risiede nel cuore.
Sono queste alcune delle storie rappresentate nella mostra e che saranno messe in scena negli spettacoli, un lavoro frutto della seconda sperimentazione del progetto che ha visto la partecipazione di 102 alunne e alunni con le loro diverse lingue: albanese, arabo, cinese, filippino, inglese, lingala, macedone, malayalam, moldavo, nuer, persiano, rumeno, spagnolo, twi, urdu, wolof, yoruba, oltre all’italiano e i suoi dialetti.
Il progetto è nato con la redazione di un documento, primo nel suo genere in Italia, che contenesse un quadro d'insieme della normativa, del dibattito in corso, delle ricerche e delle sperimentazioni relativamente al riconoscimento del plurilinguismo.
Lo sguardo si è volutamente rivolto agli insegnanti e al mondo della scuola, prima fucina di comunità, nella consapevolezza che la valorizzazione di ciascuna lingua del nostro contesto multietnico favorisce la coesione sociale e l'apertura verso altri mondi.
A seguito della redazione del documento sono state realizzate due sperimentazioni nelle scuole: una prima sperimentazione nei servizi per l'infanzia e nella scuola primaria, e una seconda nelle scuole secondarie di primo grado e nel CPIA della Montagna.
Il materiale realizzato nella seconda sperimentazione ha dato alcuni esiti particolarmente interessanti e si è quindi pensato di realizzare una mostra, che mettesse in risalto il lavoro svolto ed evidenziare come i partecipanti hanno potuto raccontare delle loro varie lingue, leggere la storia attraverso la ricerca delle provenienza di alcune parole della lingua italiana, focalizzarsi sulle varie parole straniere che ormai permeano l’italiano, mettere in risalto il ricco patrimonio linguistico nato dal contesto migratorio, e, oltre alla mostra, tre spettacoli di restituzione dove gli stessi studenti, condotti dai professionisti dell’ITC di San Lazzaro, racconteranno il loro muoversi tra lingue diverse.
In questa seconda sperimentazione è emerso un ulteriore dato molto interessante, costituito dal patrimonio culturale rappresentato dai dialetti, che, nonostante il bando dell’inizio del novecento per supportare l’acquisizione di una lingua nazionale, restano come substrato fertile e vivo e danno la possibilità di comprendere come, nell’attuale contesto italiano, sia tra non migranti che tra migranti, non esistano persone con un unico codice linguistico.
La mostra
Dal 15 al 26 novembre 2022. Orari: lunedì-sabato 9-19
Piazza coperta della Biblioteca Salaborsa - Piazza del Nettuno 3, Bologna
L’esposizione si articola in 5 percorsi:
Incontri spettacolo
Assieme alla mostra sono stati programmati tre incontri di restituzione del percorso con una parte formativa a cura della ideatrice del percorso Prof Fernanda Minuz, e una parte in forma di spettacolo a cura dell'ITC di San Lazzaro, in cui le stesse studentesse e studenti che hanno svolto la sperimentazione metteranno in scena il loro lavoro.
Docenti che hanno realizzato la sperimentazione:
Irena Ortolano e Silvia Betti Scuola media inferiore Rita Levi Montalcini di Bologna.
Alessandro Borri CPIA della Montagna.
Filomena Marinaro, Luisa Grillo, Elisa Michelini Scuola media inferiore “Severino Ferrari” di Molinella.