Pensionati e pensioni nella città metropolitana di Bologna

Nel 2019 i pensionati erano 283.642, il 28% della popolazione totale

Immagine pensionato
 

È donna, con più di 70 anni, è stata una lavoratrice dipendente nel settore privato e percepisce una pensione di anzianità o vecchiaia tra i 1.000 e i 1.500 euro mensili. Questo il profilo del pensionato tipo che emerge dal report 2019 del Servizio Studi e Statistica della Città metropolitana, sui beneficiari delle prestazioni pensionistiche nell'area metropolitana bolognese e sul relativo reddito.
Nel 2019 nella città metropolitana i pensionati erano 283.642, il 28% della popolazione totale. Rispetto al 2018, si evidenzia un lieve calo del numero dei pensionati (-0,45%) e dei trattamenti pensionistici (-0,7%), mentre è in crescita la spesa pensionistica complessiva (+2,2% rispetto al 2018), dato che si riflette anche sugli importi medi annui (+2,9%).

Le tendenze generali: pensionati, occupati, popolazione

Dal 2012, anno della cosiddetta riforma Fornero (Legge 22 dicembre 2011, n. 214), che ha disposto l’allungamento dell’età pensionabile, il numero dei pensionati e dei trattamenti pensionistici ha subito un brusco calo, che tende a rallentare negli anni successivi. Nella Città metropolitana di Bologna, nel 2019, il rapporto tra numero di pensionati e occupati maggiori di 15 anni è di 595 su 1.000, mentre erano 699 nel 2012, e sono 686 a livello nazionale. In rapporto invece alla popolazione residente, nel 2019 si calcolano in media 279 pensionati per 1.000 abitanti, oltre dieci unità in più rispetto ai 268 pensionati registrati a livello nazionale.

I pensionati per genere ed età
L'82% dei pensionati ha più di 65 anni (oltre 231mila persone). Di questi, più di 185 mila persone, hanno più di 70 anni, rispettivamente il 35% ha un’età compresa tra 70 e 79 anni, e il 30% ha più di 80 anni. Le donne sono maggioritarie in tutte le classi di età superiori ai 50 anni, mentre gli uomini lo sono in quelle - meno consistenti - di età inferiore.

I pensionati per tipologia di pensione e genere
Il 62% dei pensionati percepiscono una pensione di anzianità o vecchiaia, pari a oltre 231 mila persone, di cui oltre il 52% donne. Negli ultimi due anni, in controtendenza rispetto all’andamento generale, il numero degli uomini ha ripreso a crescere, probabilmente anche grazie a facilitazioni normative come la cosiddetta “quota 100”, mentre le donne hanno continuato a calare di numero in modo più o meno costante.

Le pensioni ai superstiti riguardano oltre 75 mila persone di cui l’81,9% donne, mentre i diversi trattamenti per l’invalidità interessano quasi 50 mila persone, e seguono, con quote residuali, le pensioni sociali, i beneficiari delle quali sono per il 66,7% donne,  e quelle di guerra.

I pensionati per importo percepito e genere
Il 43% dei pensionati (circa 122 mila persone) percepisce fra i 1.000 e i 2.000 euro. Il 22%, (oltre 63 mila persone) percepisce meno di 1.000 euro, quota che sale al 28% nel caso delle donne, contro il 16% degli uomini, pari a circa 20 mila persone.

Le pensioni per genere, età e importo
Il numero delle pensioni (412.376) differisce in modo macroscopico da quello dei pensionati (283.642), in quanto ogni individuo può beneficiare di più trattamenti. Nella Città metropolitana ogni pensionato percepisce in media 1,5 trattamenti pensionistici. Nelle fasce di popolazione con più di 60 anni i trattamenti pensionistici interessano più donne che uomini. Questo fatto è attribuibile anche alla maggiore probabilità che siano donne i pensionati che percepiscono, a quell’età, più di una pensione. Un esempio tipico è il cumulo tra pensione per anzianità o vecchiaia e pensione ai superstiti. Quasi il 60% delle pensioni percepite da donne sono inferiori a 1.000 euro, contro il 39% di quelle percepite dagli uomini. Per contro, le pensioni che superano i 2.500 euro sono il 18% per gli uomini e solo il 5% per le donne. Complessivamente, più del 50% delle pensioni erogate è al di sotto dei 1.000 euro.

La spesa pensionistica
La spesa pensionistica è data dall’importo lordo complessivo annuo delle prestazioni erogate. Gli ultimi anni hanno visto una divaricazione fra l’andamento del numero delle pensioni, che cala, e quello della spesa, che cresce. Nella Città metropolitana la spesa pensionistica è pari a 6.200 euro per residente, mentre in Italia è di 5.030 euro.

La spesa pensionistica per tipologia di pensione, ex profilo professionale, settore di provenienza
Nella Città metropolitana, quasi l’80% della spesa è destinata alle pensioni di anzianità e vecchiaia. A sua volta, il 76% della spesa per pensioni di anzianità e vecchiaia è destinato ai lavoratori dipendenti, il 22% ai lavoratori autonomi e il restante 2% ai liberi professionisti. Il 75% della spesa per le pensioni invece di anzianità e vecchiaia, di invalidità e ai superstiti, è destinato a ex lavoratori del settore privato.

Le pensioni per regime di liquidazione
Nella Città metropolitana il sistema retributivo interessa ancora, nel 2019, ben l’80% delle pensioni. I sistemi “misti”, retributivo più riforma Dini e retributivo più riforma Fornero, coprono rispettivamente il 6% ed il 7,1% delle pensioni. Il sistema contributivo puro riguarda ancora una minoranza delle pensioni, ma copre una quota superiore rispetto a entrambi i sistemi “misti”, quanto al dato nazionale, con il 7,4% delle pensioni erogate a fronte del 4%. 


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Data di pubblicazione: 13-12-2021
Data ultimo aggiornamento: 13-12-2021
 
 
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