Restaurati due grandi dipinti della collezione Sieri-Pepoli

Sono stati risistemati in sala di Consiglio

L'ospitaltà di Abramo
L'ospitaltà di Abramo
Tra l'agosto 2007 e l'ottobre scorso si è svolto il delicato restauro - finanziato da Confartigianato-Federimprese - dei due grandi dipinti che si trovavano nella sala di Consiglio della Provincia.
Si tratta di due tele di scuola napoletana del tardo Seicento, i cui soggetti sono stati correttamente individuati grazie al lavoro eseguito per riportarli all'antico splendore: "La continenza di Scipione" (olio su tela, cm 230x310) e "L'ospitalità di Abramo" (olio su tela, cm 195x277).

"La continenza di Scipione", dedicata a un soggetto frequente nella pittura italiana a partire dal Rinascimento, ricorda un episodio riportato da Tito Livio nelle "Storie di Roma" che esalta la virtù del comandante romano Scipione l'Africano (ca. 234 - ca. 183 a.C.).
Scipione l'Africano, una volta conquistata la città iberica di Nuova Cartagine e ricevuta anche una fanciulla nel bottino di guerra, scelse di restituirla al promesso sposo cogliendo l'occasione per pronunciare un breve discorso sull'integrità morale dei Romani.

"L'ospitalità di Abramo" è invece ispirato a un passo della Genesi di cui è protagonista Abramo: giunti tre uomini davanti alla sua tenda, egli li riconobbe come angeli e offrì loro ospitalità e cibi secondo le tradizionali regole dell'ospitalità dei nomadi. I tre angeli predissero a Sara, moglie di Abramo, che avrebbe avuto un figlio, ma ella, udendo ciò, rise tra sé pensando all'età avanzata che avevano lei e il marito; tuttavia la profezia si avverrò e nacque Isacco.

Entrambi i dipinti, di proprietà del Comune di Bologna, sono esposti fin dai primi anni Trenta del Novecento a palazzo Malvezzi, nella sala consiliare, dove ora fanno ritorno.